Scavi archeologici

 
Uno storico bizantino, Zonara, asseriva che i Romani presero possesso della Sardegna nel 238 a.C senza combattere.
 
La notizia non deve stupirci : subito dopo la battaglia delle isole Egadi (241 a.C.),  tra Cartaginesi e Romani, conclusasi con la vittoria di quest'ultimi, si era stipulato tra le forze belligeranti un contratto che chiudeva la I guerra punica, iniziata nel 264 a. C.
 
I cartaginesi, tra gli obblighi, assumevano l'impegno di cedere a Roma la Sicilia con le isole circostanti.
 
Cartagine, stremata dalla lunga guerra, non riuscà a pagare le ingenti truppe mercenarie che avevano combattuto il suo soldo contro Roma.
 
La conseguenza fu una terribile guerra ingaggiata tra i mercenari e le truppe regolari cartaginesi in Africa e in Sardegna.
 
Per oltre tre anni si combattà©, da una parte i mercenari stanziati in Sardegna, prossimi alla sconfitta, chiesero l'ausilio ai Romani. In un primo momento il Senato di Roma tentennà², ma successivamente prese posizione a favore dei mercenari,prevalentemente italici, intimando ai Cartaginesi di abbandonare le ostilità  in Sardegna. Questa intimazione veniva giustificata sulla base del trattato delle Egadi che aveva stabilito la cessione a Roma delle isole circostanti la Sicilia.
 
L'arbitraria interpretazione della clausola sorprese i Cartaginesi in una situazione di estrema debolezza causata principalmente dalla guerra dei mercenari . Cartagine si rassegnò a cedere la Sardegna che potà© essere occupata dai Romani senza colpo ferire.
 
A Marrubiu le testimonianze romane riguardano le località  di RUINAS, BACCHIANA, e soprattutto di MURU DE BANGIUS, il più importante sito archeologico per l'epoca romana di tutto il territorio della Comunita  Montana, in quanto vi è stato riconosciuto un PRAETORIUM
 
IL PRETORIO DI MARRUBIU
 
 Il governatore di una provincia romana risiedeva abitualmente, nella capitale provinciale in un edificio chiamato praetorium (pretorio), poichà© i più antichi governatori erano detti praetores (pretori). Tuttavia il governatore possedeva varie  residenze ufficiali (pratoria) sia in altre città  importanti della provincia, sia, anche, lungo le strade principali del territorio. Vi era con sicurezza un praetorium stradale, ubicato cioè in prossimità  di una strada, a MURU DE BANGIUS di MARRUBIU. In esso il governatore della provincia di Sardegna e Corsica vi aveva residenza nel corso dei suoi spostamenti da Karales (capitale della Sardegna) verso Forum Traiani (Fordongianus) e verso i centri dell'interno dell'isola.
 
La certezza della funzione di pretorio posseduta dal grandioso edificio romano di Muru de Bangius si è avuta nel 1990 con la scoperta della targa marmorea che commemorava i lavori di restauro dello stesso praetorium. Tuttavia il sito archeologico di Muru de Bangius è noto sin dal secolo XVIII. Il nome del luogo - Muru de Bangius – allude alla presenza di ruderi di terme: Bangius infatti deriva dal latino balneum, con il significato di << edificio termale >> . infatti nella << Carta del Regno di Sardegna delineata nel 1746 >> , conservata nell'Archivio di Stato di Torino, figura. A sud di Oristano tra il campo S.Anna e la chiesa di S.Maria (di Zuradili), l'indicazione << Bagni antichi >> identificabili con i ruderi di Muro de Bangius.
 
LA STRUTTURA
 
Cartina is Bangius
 
Il praetorium di Muru de Bangius si compone di un edificio rettangolare orientato sudest-nordovest di m 26,67 X 21,80 (corrispondenti a 90 X 80 piedi romani), concluso sul lato nord occidentale, opposto a quello d'ingresso da un ambiente rettangolare accessibile mediante gradini di m 8,80 X 7,40 (30 X 25 piedi romani) Sul lato sudoccidentale un corridoio unisce il praetorium vero e proprio agli ambienti di servizio(tra cui una latrina) e ad un piccolo stabilimento termale a riscaldamento artificiale.
 
Il bagno termale era del tipo a percorso assiale, ossia l'utente delle terme doveva percorrere i vari ambienti disposti lungo un asse e poi tornare indietro ripercorrendo in ordine inverso i medesimi vani. Il percorso iniziava nell'apodyterium, lo spogliatoio a pianta rettangolare con un pavimento in mosaico con motivo a quattro angoli alternativamente ocra e bianchi, disposti a formare un quadrato. Dall' apodyterium si passava al frigitarium, anch'esso rettangolare, provvisto di due vasche quadrilatere per le balneazioni in acqua fresca. Questo ambiente ebbe due pavimenti musici il primo nel II secolo d.C., l'altro nel III secolo. Il mosaico più antico è una scacchiera di quadrati bianchi, ocra e neri; quello più recente è ornato dall'alternanza di cerchi e quadrati posti per la diagonale. Le due vasche sono pavimentate con un mosaico a tessere bianche. Dal frigidarium l'utente delle terme transitava ai vani a riscaldamento artificiale, assicurato dalla arsione della legna nell fornaci (praefurnia) disposto all'esterno di tali ambienti. Nell'ordine, si riconoscono: il tepidorium, il destrictarium(per le unzioni di olio), il calidarium (per i bagni caldi) ed il piccolo laconicum (bagno turco) .
 
Le terme furono edificate secondo tecniche edilizie tipicamente romane dell'opera cementizia con paramenti a filari alternati di mattoni e blocchetti di pietra negli ambienti non riscaldati ed elusivamente in laterizi negli ambienti caldi in relazione alla capacità  posseduta dal mattone di trattenere il calore. L'iscrizione del praetorium probabilmente ricordava all'inizio che i lavori dipendevano dall'autorità  del <<Signore Nostro >> (Marco Aurelio Antonino Augusto).
 
In questo pretorio di Marrubiu dovettero fare sosta tutti i governatori provinciali e, quindi, probabilmente anche Marco Claudio Quintino, fratello dell' Imperatore Claudio il Gotico, e suo successore al trono imperiale nel 275 d.C.
 
 
 
Bibliografia
 
 
 
Storia e archeologia dell'Arci-Grighine nell'antichità 
 
 
 
A cura di Raimondo Zucca.
 
Foto
 
Intergruppo Cultura Marrubiu I.C.M.