IL MONTE ARCI - IL TERRITORIO
Il massiccio vulcanico del Monte Arci è per estensione il secondo dell'Oristanese ed è caratterizzato da due visibili piloni sommitali basaltici, noti come Trebina Longa e Trebina Lada. La zona è ricchissima di ossidiana, roccia nera e vetrosa che per le sue caratteristiche di durezza è stata utilizzata sin dalla preistoria per fabbricare utensili da lavoro e da caccia. Un tempo tutta la zona era un vero e proprio cantiere con oltre 100 stazioni di lavorazione della preziosa pietra. La montagna, nella sua parte occidentale e settentrionale, è ricoperta da una fitta macchia nelle zone pi๠basse, che diventa poi bosco nelle zone in quota.
"Arci" in sardo significa "altura".
Il monte è di chiara origine vulcanica ed è diffusissima l'ossidiana che è stata ritrovata sull'intero bacino del mediterraneo sin dalla preistoria. Si tratta di una roccia nera, molto dura, che ha rappresentato uno dei primi materiali usati per la costruzione di utensili, di coltelli, di punte per le frecce, etc..
E' stato un materiale estremamente importante per i protosardi, tanto che non esiste nuraghe nel quale non siano stati ritrovati utensili in ossidiana.
Sul Monte Arci sono numerose le testimonianze preistoriche, tra le altre ricordiamo un grande insediamento megalitico (Bruncu'e S'Omu) e un luogo destinato al culto (Sa Domu Is Coambus).
L'intera montagna, pur avendo subito negli ultimi anni parecchi incendi, conserva la sua natura splendida, totalmente incontaminata ricoperta com'è di boschi di leccio e sughero, oltre che di corbezzolo, erica, lentisco e mirto: un paradiso per gli amanti del trekking.
Ricchissima la fauna la quale, nonostante la scomparsa di cervi, daini e cavallini, annovera cinghiali, volpi, gatti selvatici, martore, conigli, lepri e, per quanto riguarda l'avifauna, ghiandaie, corvi, picchi, colombacci, pernici, upupe, poiane e gheppi.
Nei punti di non facile accesso nidifica l'astore e qualche esemplare dell'aquila del Bonelli. E' segnalata la presenza della rarissima gallina prataiola.
Il monte arci presenta le cime spoglie di vegetazione, che però è rigogliosa sui costoni a ovest e a nord. I boschi sono costituiti prevalentemente da lecci e molte varietà di piante di sottobosco.
La particolarità del massiccio del Monte Arci è quella di avere ricchi giacimenti di ossidiana, dovuti chiaramente alla sua origine vulcanica. L' abbondanza di questo vetro vulcanico, che viene spesso definito l'oro nero della preistoria, ha rappresentato fin dalle epoche pi๠remote una straordinaria risorsa economica per le popolazioni locali. Numerose sono le testimonianze connesse alle cave di estrazione ad antichissimi laboratori artigianali (le tracce di frequentazione pi๠antiche risalgono almeno al 6000 a.C.), nei quali il prezioso vetro vulcanico veniva lavorato per ricavarne coltelli, punte di frecce, asce, specchi ed altro ancora. L'ossidiana del Monte Arci è stata ritrovata in moltissimi siti in tutto il Mediterraneo, a testimoniare l'esistenza di un florido commercio che prevedeva l'esportazione del materiale via mare, probabilmente dal vicino Golfo di Oristano, dove recenti ricerche nella zona dello stagno di Marceddଠsembrano confermare l'esistenza di un porto preistorico.
Le cime pi๠alte del Monte sono Trebina Longa (812 m slm) e Trebina Lada (795 m slm)
Fonte ESIT